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La follia senza volto


di Emanuele Nardoni
10 immagini - 1.05 mb
data di pubblicazione: 12 Gennaio 2009

luogo: Parma


tags: follia, manicomio, nardoni, volto

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475 preferenze  vota

(18 commenti)
visto 6533 volte

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Un palazzo che si trasforma da animata rocca rinascimentale a residenza estiva dei Farnese, per divenire nel 1749 la residenza ducale dei Borbone.

Nel 1815 il ducato passa all’ex imperatrice Maria Luigia d’Austria che dedica grande attenzione alla ristrutturazione del Parco, ma dopo l’Unità d’Italia, il Palazzo viene adibito prima a scuola militare, poi, nel 1872,  a Manicomio provinciale per conservare tale destinazione d’uso fino alla fine degli anni Novanta quando, con la legge 180 del 1978 voluta da Franco Basaglia, venne stabilita la chiusura dei manicomi.

La conquista della libertà del malato deve coincidere con la conquista della libertà dell’intera comunità”, questa è in estrema sintesi l’essenza del pensiero di Franco Basaglia, considerato il “padre” dell’antipsichiatria in Italia, che fu Direttore dell’Ospedale dal 1969 al 1971.

Per non dimenticare.

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commenti
  PX - 21.000 GB  [2 Aprile 2013 - 10:37]
Fotografie commoventi e ricche di significati, un bel reportage. Complimenti!

 

 

  Il Lele  [6 Aprile 2010 - 08:28]
grazie anche qui milkyway!!!!!!
ps non sono un tipo molto sensibile esteriormente neanche io e forse è proprio quello il vantaggio ;) usare le fotografia per comunicare quello che non si riesce a esprimere
  Milkyway  [4 Aprile 2010 - 18:48]
queste immagini sono fenomenali, volevo vederle, ma non riuscivo ad aprire la pagina. Sei bravissimo, a te i miei complimenti e la mia stima e ammirazione. Hai un senso del dramma davvero coinvolgente, e detto da un cuore di ghiaccio come me...
  Il Lele  [15 Gennaio 2010 - 16:19]
grazie giovanna, un commento bellissimo mi hai lasciato senza parole. grazie davvero.
  giojoland  [15 Gennaio 2010 - 16:09]
ci sono immagini di una sensibilità familiare a tal punto da ritenere che (se avessi saputo, se avessi potuto) avrei potuto immortalare solo io stessa e quasi mi sorprendo che appartengano ad un autore diverso da me. questo reportage comunica un'emozione così intensa che stento a credere tu stesso abbia provato. quando ho votato la tua foto tra le "sedie" della galleria del concorso non sospettavo che facesse parte di un reportage. poi ho letto gli altri commenti (cosa che cerco di fare solo dopo aver detto la mia) e sono andata a curiosare nella sezione dei reportage. devo estendere il commento a tutto il lavoro. un documento che toglie il fiato per l'intensità con cui comunica il degrado e l'alienazione che ogni oggetto conserva del suo passato più di quanto trasmette del suo presente. sembra che tutto abbia conservato memoria delle voci e degli sguardi di chi lo ha abitato e tu sei riuscito a cogliere quella memoria e a renderla così viva da giungermi con tutta la sua forza. devasta e commuove.
  melisendo  [16 Giugno 2009 - 17:31]
La follia "ha" un "volto"! E' esattamente quello che tu hai rappresentato in modo magistrale. Le tue foto sono un grido di disperazione e di rabbia per la follia che è seguita alla follia.
  sandrinos  [7 Maggio 2009 - 20:46]
Molto particolare questo reportage mi piacciono molto i giochi di luce.  grande   ciao da sandro
  astronave1974  [27 Marzo 2009 - 09:37]
questo per me è il volto della follia, la struttura, le sue ossa, il corpo, l'atmosfera, il pensiero, le sue paure....questa decadenza, la freddezza il silenzio agghiacciante, il disordine la distanza discriminante...immagini reali, cariche di verità e terrore, perfette di composizione e di restituzione, luoghi e dimensioni che abitiamo dentro di noi così intensamente, fino a manifestarli, fino a scegliere l'altro come vittima...della nostra agonia!


'Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai'
Alda Merini 
  Il Lele  [5 Marzo 2009 - 09:08]
grazie morgana e grazie of. ricambio i complimenti. a presto
  OFPhotographer  [4 Marzo 2009 - 15:53]
bellissimo questo reportage,bellissimi i tuoi lavori che ho visto su flickr,con calma me li spulcerò tutti.. sei veramente bravo complimenti..
  morgana  [27 Febbraio 2009 - 00:58]
Incredibile...
il tuo reportage....
i tuoi scatti hanno un'anima...
bravo veramente 
  bugsbunny  [29 Gennaio 2009 - 11:19]
Complimenti sinceri per queste immagini che esprimono malinconia, senso di vuoto, passato, tristezza... toccanti davvero.
  Il Lele  [19 Gennaio 2009 - 09:07]
Grazie davvero per i vostri commenti, fanno veramente molto piacere, specialmente scritti da voi.
  Sanminiato77  [18 Gennaio 2009 - 19:17]
Immagini terribili e meravigliose... sono davvero comunicative... sono un pugno allo stomaco...

E' un racconto di dolore e di sangue, ma lo hai scritto con grande bravura e arte..

Sono senza parole..  i miei più sinceri complimenti, Lele.
  SAndro  [15 Gennaio 2009 - 14:33]
Bello, coraggioso e affatto scontato.
Ci sono alcune immagini che sono veramente incredibili.
Quella delle due poltrone vuote è la mia preferita. Poi quella del'armadietto mezzo illuminato dalla luce che entra dalla finestra e le ultimi due, delle quali adoro i dettagli. Ma alla fine sono tutte belle e indispensabili, piene di significati.
Complimenti!
  Grunter  [15 Gennaio 2009 - 09:17]
Complimenti, veramente un bel reportage.
  Il Lele  [15 Gennaio 2009 - 09:16]
grazie Alessandro,
parole e complimenti che fanno davvero molto piacere.
  Alessandro  [13 Gennaio 2009 - 11:17]
Grazie Emanuele. Questo reportage è un capolavoro. La violenza e la crudezza delle immagino non lasciano scampo, ti trascinano e sembra di sentire ancora le grida disperate..
mi viene in mente De gregori ne "I matti":
"Trasportando grosse buste di plastica del peso totale del cuore,
piene di spazzatura e di silenzio, piene di freddo e rumore. "

o forse ancor di più Ungaretti:

È  ORA FAMELICA

È  ora famelica, l'ora tua, matto.
Strappati il cuore.
Sa il suo sangue di sale
E sa d'agro, è dolciastro essendo sangue.
Lo fanno, tanti pianti,
Sempre più saporito, il tuo cuore.
Frutto di tanti pianti, quel tuo cuore,
Strappatelo, mangiatelo, saziati.

Ungaretti, Dialogo 1966-1968,  Ungà


Grazie ancora Lele, bravissimo.



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