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Mostra

I giardini del ricordo

mostra di fotografia
FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma 2006

6 Aprile 2006 - 28 Maggio 2006
Palazzo Fontana di Trevi
via Poli, 54 - Roma
orario: 10-19 tutti i giorni, chiuso il lunedì
info: 06 69980257 - www.grafica.arti.benicultirali.it
ingresso: 6€ (intero), 4€ (ridotto) Share
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La mostra è dedicata ai cimiteri italiani e alle pratiche di trasmissione della memoria, quali si concretizzano negli spazi funerari e in alcune pratiche rituali.
La mostra è il primo step, basato sulla ricognizione e presentazione di quanto realizzato a livello fotografico in un periodo che va dagli ultimi trenta anni del secolo scorso a oggi, di un più vasto progetto di ricerca antropologico-culturale che è iniziato quest'anno e che riguarda le costruzioni sociali della memoria, in ambiente colto e popolare, nell'Europa contemporanea. L'ipotesi portante è che le pratiche di rimemorazione costituiscano dispositivo essenziale di elaborazione politica delle società locali, nazionali e soprannazionali, e si collochino organicamente nel processo di costruzione dell'identità individuale e collettiva. Questo appare tanto più rilevante in un momento di accentuata globalizzazione, di forzata e forzosa condivisione, cioè, di un progetto omologato di vita, società e cultura, che provoca una sorta di generale amnesia e, in via d'ipotesi, come reazione, un generale riassetto della pratiche del ricordo, pubbliche e private. Da un lato si assiste alla progressiva e rapida scomparsa delle pratiche funebri popolari, dall'altro a un processo di massificazione e compressione degli spazi dedicati ai morti e alla loro memoria. La fondamentale rimozione del diritto all'abitare nella società civile si prolunga, con singolare evidenza, nella dimensione funebre. Spazi non essenziali nella logica del mero sviluppo mercantile della città, i cimiteri, come altri luoghi della presenza civile, della collaborazione, del ricordo e dell'articolata elaborazione del pensiero, subiscono la medesima compressione e il medesimo stravolgimento dell'edilizia residenziale.


Paola Agosti
Paola Agosti è nata a Torino nel 1947 e vive e lavora tra Roma e Torino. Fotografa free-lance dal 1969, collabora con le principali testate nazionali ed estere. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e nel mondo, partecipando ad alcune di queste in qualità di curatrice. E' autrice di vari volumi fotografici, tra cui Riprendiamoci la vita (Roma, Savelli 1977), Immagine del mondo dei vinti (Venezia, Mazzotta 1979), San Magn, fa prest (Udine, Priuli & Verlucca 1981), La donna e la macchina (Roma, Editori Riuniti 1983), Dal Piemonte al Rio de La Plata (Torino, Regione Piemonte 1988), Caro cane (Milano, La Tartaruga 1997) e I testimoni (Torino, Cahier museomontagna 2001). Con Giovanna Borgese ha pubblicato Mi pare un secolo (Torino, Einaudi 1992) e C'era una volta un bambino (Baldini & Castoldi 1996); con Zoltán Nagy Grand Tour 1973-2001 (Torino, Inside Out edizioni 2001). Le sue fotografie fanno parte delle collezioni permanenti di alcuni musei italiani e stranieri.

Antonio Biasiucci
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. I suoi primi interessi vanno alla fotografia antropologica e al mondo contadino campano, al quale dedica numerose ricerche. Si trasferisce a Napoli, nel 1980, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane. Nel 1984 inizia a collaborare con l'Osservatorio Vesuviano, svolgendo un ampio lavoro di documentazione sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Nel 1992 vince ad Arles il premio "European Kodak Panorama". Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, tra cui il Centre Méditerranéen de la Photographie, la Bibliothèque Nationale di Parigi, il Departamento de documentaciòn de la cultura audiovisual di Puebla, in Messico, il Centre de la Phothographie di Ginevra, lo Château d'Eau di Tolosa, la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, la Fondazione Banca del Gottardo di Lugano, il Musée de l'Elysée di Losanna, la Galleria Civica di Modena, la Fondazione Banco di Napoli, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l'Arte Contemporanea di Guarene (Cn) e la Galerie Freihausgasse di Villach, Austria, la Calcografia Nazionale di Roma. Tra le sue pubblicazioni, Stazioni, Electa Napoli, Napoli, 1991; Il filo di Arianna, Electa Napoli, Napoli, 1993; Corpus, Art &, Udine, 1995; Magma, Federico Motta Editore, Milano, 1998, Actes Sud, Arles; Vacche, Contrasto, Roma, 2000; Res. Lo stato delle cose, Contrasto, Roma, 2004. Ha ottenuto importanti riconoscimenti: gli ultimi, per il volume Res, sono il Kraszna-Krausz Photography Book Awards, a Londra nel marzo 2005, e il premio Bastianelli, a Roma nell'aprile 2005.

Roberto Bossaglia
Roberto Bossaglia, nato a Cagliari nel 1942, vive e lavora a Roma dove è docente di fotografia all'Accademia di Belle Arti a partire dal 1981. Ha iniziato a lavorare nel campo della fotografia nel 1975, prima con mostre presso gallerie d'arte, poi per l'editoria e, soprattutto, per artisti ed architetti, pubblicando fra l'altro su "Domus", "Abitare", "Casabella", "Lotus", Bauwelt", Moniteur Architecture", Composicion Arquitectonica", "Area", "Harper's Bazar". Sue fotografie sono conservate nelle collezioni di diversi musei italiani e stranieri, tra i quali l'Istituto Nazionale per la Grafica, il DARC (Roma) e il Gabinetto Fotografico Comunale, in Roma, la Maison Européen pour la Photographie e la Bibliothèque Nazionale, in Parigi, il Centre Canadien d'Architecture (Montreal), il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano), l'Archivio fotografico della Regione Piemonte (Torino), il Queensland College of Art (Brisbane), l'Archivio fotografico del Comune (Napoli), il Fotomuseum im Münchner Stadtmuseum (Monaco di Baviera). Tra le sue mostre fotografiche, personali o collettive, accompagnate da catalogo, si ricordano, Napoli, città di mare con porto, Napoli (Capodimonte), Venezia (Palazzo Fortuny); catalogo, Napoli, Electa 1982; La sperimentazione fotografica in Italia, Bologna (Galleria Comunale d'Arte Moderna), catalogo a cura di I. Zannier, Bologna, Galleria Comunale d'Arte Moderna 1983; Roma, un itinerario nella memoria, Strasbourg (Galleria FNAC), Napoli (Museo Diego Aragona Pignatelli), St. Andrews (University of), Brisbane (Queensland College of Art), catalogo, Roma, De Luca Edizioni d'Arte 1986; L'insistenza dello sguardo. Fotografie italiane 1839-1989, Venezia (Palazzo Fortuny), catalogo a cura di P. Costantini e I. Zannier, Firenze, Alinari 1989; Roma. I rioni storici nell'immagine di sette fotografi, Roma (Palazzo Braschi), catalogo, Roma, Peliti Associati 1990; Archivio dello spazio, Milano (Palazzo Isimbardi; Triennale di Milano), cataloghi a cura di A. Sacconi, R. Valtorta, Udine, Art&, 1993, 1995, 1997, 1999; Perifanie, Festival di Edinburgo (1996), catalogo, Roma, Edizioni Kappa 1995; Pagine di fotografia 1900-1998, Lugano (Galleria Gottardo), libro/catalogo a cura di R. Valtorta, Milano, Charta 1998; Lo spirito dei luoghi, Torino (Accademia Albertina), catalogo, Cinisello Balsamo (MI), Silvana Editoriale 1999.

Giacomo Daniele Fragapane
Nato a Roma nel 1971, Giacomo Daniele Fragapane insegna Storia della fotografia presso la Terza Università e l'Istituto Europeo di Design, e Teoriche dell'immagine elettronica per lo spettacolo all'Università "La Sapienza", sempre a Roma. Ha pubblicato tre libri (tra cui, recentemente, Punto di fuga. Il realismo fotografico e l'immagine digitale, Roma, Bulzoni 2005) e diversi saggi, occupandosi in particolar modo di teoria del realismo fotografico, analisi del film, rapporti tra fotografia, cinema e arti visive. Dal 1998 affianca all'attività di studioso e docente quella di fotografo di architettura e paesaggio. Nell'ambito del festival FotoGrafia ha partecipato alla mostra curata da Diego Mormorio Paesaggio italiano (2002).

Marina Malabotti
Marina Malabotti, nata a Roma nel 1947, è qui morta nel 1988. Designer e grafica pubblicitaria (ha lavorato a lungo con lo studio di Sergio Salaroli e Ferruccio Piludu, in Roma), ha iniziato la sua attività fotografica verso la metà degli anni Settanta, dedicandosi prevalentemente alla fotografia sociale e, in particolare, alla fotografia etnografica. Sue campagne di ricerca, su diversi aspetti della vicenda e della cultura contadina del Mezzogiorno italiano, ha condotto in collaborazione, tra altri enti, con le Università degli Studi della Calabria e di Messina. Sue fotografie sono apparse in numerosi volumi scientifici e riviste specializzate e sono custodite presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) in Roma e presso l'Archivio audiovisivo del Centro interdipartimentale di studi demo-etno-antropologici dell'Università della Calabria. Tra le sue mostre, alcune delle quali esposte all'estero (Brasile, Germania Giappone, Svizzera), Imago mortis. Simboli e rituali della morte nella cultura popolare dell'Italia meridionale (in collaborazione con Francesco Faeta, catalogo Roma, De Luca 1980), lusinghieramente apprezzata, tra gli altri, da Federico Zeri. Lascia un archivio di molte migliaia di immagini e due lavori incompiuti, in avanzata fase di realizzazione, il primo dedicato alla condizione della donna contadina in Calabria, il secondo alla documentazione delle attività scientifiche, artistiche, espositive, e delle performances, della GNAM, durante l'arco di un anno (Un anno in Galleria). Quest'ultimo lavoro fu realizzato con l'incoraggiamento e il sostegno di Giorgio De Marchis, allora Soprintendente della Galleria. Di lei hanno scritto, tra gli altri, Luigi M. Lombardi Satriani, Filiberto Menna, Marina Miraglia.

Marialba Russo
Marialba Russo, napoletana, vive a Roma dal 1987. Studia pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, avvicinandosi alla fotografia alla fine degli anni Sessanta e rivolgendo la sua attenzione principalmente alle rappresentazioni religiose e alle feste popolari dell'Italia centro-meridionale. Tra il 1972 e il 1976 collabora con il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Negli anni 1976 e 1977 pubblica Al ristorante il 29 settembre 1974 e Giornale Spray nella collana "I Quaderni dello sguardo", da lei ideata. Accanto alla ricerca personale e all'attività esplorativa collabora con "Vogue Italia" e altre testate italiane e straniere. Con la sequenza fotografica Il parto, rappresenta l'Italia in "Venezia '79 la fotografia", nella sezione "Fotografia Europea Contemporanea" curata da Daniela Palazzoli, Sue Davis e Jean-Claude Lemagny. Prosegue poi le sue sperimentazioni sul linguaggio fotografico con i lavori Della serie delle centotrenta figure di spalle (1981) e 1929 Ritratto di mio padre e mia madre (1982). Nel 1989 la Galleria d'Arte Moderna Giorgio Morandi di Bologna propone una sua retrospettiva e la monografia Marialba Russo - Fotografie 1980-1987, accompagnata da una lettera di Alberto Moravia. Negli anni Novanta muove la sua ricerca in una riflessione più intima e analitica, dove il paesaggio è metafora di un tempo interiore; è' del 1993 Roma, Fasti Moderni - il disordine del tempo, del 1997 Epifanie, del 1998 Famosa, del 1999 Ritratto di me. Le due esposizioni "Incantesimo", proposta dal Museo della Fotografia di Salonicco nel 2001, e "Passi", al Jin Tai Art Museum di Pechino nel 2003, sono brevi sequenze date in anteprima e tratte dall' Incanto, lavoro a cui l'autrice si è dedicata per dieci anni, dal 1990 al 2000.



Testo tratto dal sito ufficiale del Festival Internazione FotoGrafia di Roma (www.fotografiafestival.it).



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