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Tchad, il Trou Natron


di Antonio Ulzega
14 immagini - 2.73 mb
data di pubblicazione: 7 Giugno 2015

luogo: Tchad, Tibesti
periodo: febbraio 2015


tags: caldera, tchad, tibesti, ulzega, vulcani

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TCHAD, IL TROU NATRON


Nella parte occidentale del Tibesti tchadiano, su un vasto altopiano vulcanico a quota 2.500 m, si apre l’immensa cavità calderica del Trou Natron, profonda circa 800 m per una superficie di 40 kmq.
Il nome deriva dalla presenza nel fondo della caldera di un esteso deposito di “natron”, carbonato idrato di sodio, prodotto secondario del vulcanismo terminale, che spicca per la sua forte colorazione bianca.
Le pareti verticali che bordano la caldera si contrappongono al fondo pianeggiante dove l’attività vulcanica residua si evidenzia con più centri d’emissione avventizi, tra i quali spicca la morfologia perfettamente conica di un vulcanetto dovuta ad un’eruzione non datata ma probabilmente recente.
La discesa all’interno è piuttosto difficile, impegnativa e sconsigliabile ai turisti, peraltro ancora molto rari sia per obbiettivi problemi logistici sia perché solo di recente sono cessate nel Tibesti estese attività di guerriglia.
E’ così che, malgrado la nostra fosse una spedizione puramente scientifica, non ci è stato possibile scendere all’interno della caldera.

Tchad, Tibesti, Trou Natron, febbraio 2015



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reportage
All’alba sull’altopiano vulcanico, sullo sfondo il vulcano Toussidé



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Riprese video sull’orlo della caldera



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Il primo sole penetra all’interno



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Panoramica del Trou Natron con il Toussidé, le pareti subverticali e sul fondo il biancore dei sali di natron


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Alla base delle pareti l’erosione e la gravità depositano i detriti di falda



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Sui detriti di falda sono conservati i solchi di ruscellamento delle acque legate a momenti climatici meno aridi dell’attuale. Negli antichi ouadi le falde acquifere sotterranee permettono lo sviluppo di una rada vegetazione arborea


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Erosione gravitativa accelerata e conoidi di deiezione alla base delle pareti


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Paleoidrografia sui depositi del fondo



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Sulle pareti della caldera l’erosione ha messo in evidenza le fasi eruttive precedenti allo sprofondamento della caldera, caratterizzate da materiali magmatici la cui diversa composizione chimica e mineralogica si manifesta in vari colori, spessori e tessiture


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Estrusione magmatica tardiva



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Centro di emissione inattivo con sulla sommità tracce di vegetazione



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E’ perfetta la morfologia conica del piccolo vulcano



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In un ambiente da inferno dantesco quest’uccellino è venuto a curiosare



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commenti
  PX - 21.000 GB  [9 Giugno 2015 - 23:26]
Belle fotografie e ottime informazioni dal mondo!
  Monyca  [9 Giugno 2015 - 13:07]
fantastiche! Incredibile che sulla terra ci siano luoghi del genere! Meno male sono difficili da raggiungere, cosi rimangono meno contaminati dall'uomo
  etabetaaaa  [8 Giugno 2015 - 23:00]
Incuriosito dal titolo stesso della foto del concorso ho osservato attentamente i
l'accurato reportage, posto singolare, confermo la scelta della foto del concorso.
Bellissima anche la didascalia dell'ultima foto, romantica.
Bravo Antonio
  Diana Cimino Cocco  [8 Giugno 2015 - 17:35]
ottimo reportage - ho notato che alcune immagini le hai ravvicinate per far comprendere meglio la struttura del territorio - complimenti



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