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Portfolio


Abandoned


di Alessandro Griccioli
15 immagini - 1.45 mb
data di pubblicazione: 22 Agosto 2010



tags: abandoned, abbandonato, bianco, griccioli, nero, porta, secchio, sedia

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376 preferenze  vota

(13 commenti)
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commenti
  kruger  [20 Ottobre 2014 - 18:57]
Mi mancano i bei lavori di Griccioli
  Wiole  [9 Aprile 2011 - 10:22]
b/w ricercato e minuzioso nei dettagli. 
adoro il risalto dato dalle vignettature.
  Matte76  [2 Ottobre 2010 - 22:33]
Davvero una bella serie di immagini che portano indietro nel tempo. Un portfolio ben pensato e realizzato che evoca storie e sensazioni di altri tempi. Mi piace molto la tecnica e la realizzazione del B/N. Complimenti....
  Rosa  [8 Settembre 2010 - 00:11]
Beh, io le trovo veramente molto belle. Una serie direi completa e ben ragionata. Ho letto i commenti precedenti, a me piace molto il tuo modo di raccontare attraverso gli oggetti. Non conosciamo le forme, ne tantomeno le dimensioni di questa casa, eppure, le tue fotografie evocano un luogo lontano nello spazio e nella memoria. 
  Alessandro  [26 Agosto 2010 - 09:12]
Vedere queste immagini, fa venire voglia di fotografare.

Una raccolta intimista, una ricerca coerente e approfondita. Il lavoro è completo, forse i piani di ripresa non sono tutti perfetti, nel mio gusto, forse qualche scatto lo vedo soffocare sui bordi, ma la resa è globale, difficile scartarne una. Le mie preferite sono la rafia sul pavimento, le tavole inchiodate sullo spiraglio di luce e la scaletta finale, ma non è possibile slegarle dalle altre. La penultima è diversa, mi pare più un'apertura, un'introduzione al tuo mondo, piuttosto che un particolare, anche la sedia allarga il campo in modo diverso, da capire, più complesso, forse sono eccezioni, che riposizionate aiuterebbero la lettura invece che complicarla (ma è sempre un mio parere, assolutamente opinabile). Anche io adoro questi lavori simbolici, minimalisti ma ricchi di significati personali e/o universali. Concordo sul commentare i portfolio dando un po' di se, ma con questo alibi non ho quasi mai il coraggio di commentarli!
Bravo Alessandro, e grazie anche perchè queste foto sono da stimolo per completare un mio lavoro.
  SAndro  [25 Agosto 2010 - 14:47]
Si si, le mie osservazioni sono assolutamente personali e penso che ognuno di noi debba donare una parte di sé quando guarda o scrive commenti, sopratutto quando abbiamo di fronte una serie di immagini che mirano a toccare corde intime. Ognuno di noi, traendo dal proprio patrimonio, sarà poi colpito da una foto piuttosto che da un'altra e di sicuro le leggerà diversamente, ma è anche questo il bello.

La tua serie mi piace davvero molto, volevo però scrivere qualcosa di lontano dai soliti complimenti, piacevoli ma effimeri, cercando di dare una lettura anche diversa e profonda. E' un po' quello che sto cercando di fare con questi ultimi portfolio pubblicati.
Non ti preoccupare del deja vu, ormai è quasi impossibile fare qualcosa di mai visto dopo l'invasione della fotografia in internet. Io penso che l'importante sia metterci sempre qualcosa di personale e che sia utile al racconto, poi se anche ricorda il lavoro di altri... pazienza. Tanto si troverà sempre qualcuno che l'ha già fatto... purtroppo.

Poi pubblicherò il mio nuovo portfolio che sarà in mostra a metà ottobre... pauraaa... vedrai in che cosa complicata mi sono infilato! :-)
  Griccio  [25 Agosto 2010 - 14:33]
@grazie a tutti per l'attenzione mostrata per questo portfolio, che inaugura una sperimentazione abbastanza nuova per me e che voglio approfondire molto.
@ Sandro: grazie della lunga disamina. Punto per punto sono d'accordo con quanto dici, in particolare alcuni oggetti, come il vaso, regalano meno la sensazione di presenza "ultraterrena" e la possibilità di trascendere al di là del semplice oggetto per immaginare una vita precedente nel quale l'oggetto stesso era "a colori" e non abbandonato all'oblio del tempo. Le fotografie migliori da questo punto di vista per me sono quella della porta, che veramente porta l'osservatore a chiedersi cosa può esserci al di là, la penultima con la sua finestrina bianca, che ci trasporta al di là della foto, verso mete oniriche e che quindi non eliminerei dal contesto, le scale che invitano ad un "cammino" millenario accanto ai fantasmi di coloro che l'hanno attraversate per centinaia di anni. Per quanto riguarda dunque il vaso o il chiavaccio, direi che seppur più deboli dal punto di vista del linguaggio, di altre, a mio parere stanno bene nel contesto generale del portfolio e facendone parte lo rafforzano. Per quanto riguarda la sedia, te dici che non spinge ad andare più in là dell'oggetto fine a sè stesso. A me invece faceva pensare a tutti coloro che si sono seduti accanto al fuoco per tanti e tanti anni; sul deja vu sono d'accordo, ma il mio obiettivo è quello di padroneggiare bene certi concetti e certe tecniche, poi forse creare qualcosa di nuovo.
Per fare un portfolio davvero notevole dovrei spingere questa ricerca per molto tempo e cercando molte più situazioni, cosa difficile per un fotoamatore. 
Se questo tipo di sperimentazione e di linguaggio ti interessa molto sarebbe bello cercare di fare un lavoro insieme!
Buon fine agosto!
  SAndro  [25 Agosto 2010 - 11:32]
Qui ci riveli le tue intenzioni di seguire un percorso fotografico più ricercato e personale. Una bella strada, ma accidentata.
La selezione mi piace, sia perché riesce a raccontare, sia per il trattamento rigoroso che hai dato alle immagini.
Visto che si tratta però di un genere che mi interessa molto e che indago con sempre maggior passione, voglio (o devo) dirti il mio punto di vista, più sul linguaggio che sull'aspetto di coinvolgimento emotivo che poco mi interessa adesso, visto che queste fotografie non cercano uno shock emotivo ma lavorano ad un livello mentale, per toccare tasti di una memoria non ben definita ma collettiva.
Mi concentro sulle scelte dei soggetti e sul modo di guardarli. Le immagini sono tutte molto belle, ma il punto di vista ravvicinato, semplice e angolato, le riduce, perché la luce che rivela le rotture, lo sporco, la ruggine, i graffi, rischia di farci vedere troppo da vicino. Non penso ad un'inquadratura più distante ma ad una comunicazione meno legata al singolo oggetto, piuttosto a quello che suggerisce o rappresenta.
Un limite che leggo nel secchio o nel chiavaccio, ma che invece scompare, ampliandosi nell'ultima foto, la mia preferita, in cui lasci stare il mero oggetto, la scala, e ti lasci incantare dalla morbidezza che la luce definisce sugli scalini consunti. E' simbolica perché qui si percepisce che non stiamo guardando solo degli scalini, ma qualcosa di più.
Anche la foto della sedia, molto ben fatta, soffre, oltre che di un piccolo dejavù anche di una contrazione dello spazio che non permette a chi osserva di andare oltre l'immagine precisa e statica di una sedia di legno vuota. Il gioco della fascia bianco di luce forse è la chiave per permettere di trascendere l'oggetto / soggetto.
Forse eliminerei la penultima foto perché troppo "diversa", con piani diversi e prospettiva centrale. Lo specchio spezzato, con la ragnatela e la sua grafica elegante, è bellissimo.
Forse è un discorso inutile e incompleto, ma ti voglio suggerire un dipinto che spero non renda più confuse le cose. E' uno dei quadri che adoro di De Chirico, "i pesci sacri", sui quali un giorno vorrei poter elaborare una trasposizione fotografica.
E' solamente una scatola di pesci? e perché allora sono sacri? ;-)
  Il Lele  [25 Agosto 2010 - 10:59]
bravo alessandro bellissima serie.
  Sanminiato77  [24 Agosto 2010 - 23:16]
Alessandro, questa tua serie fotografica è davvero bella e denota uno sguardo e una capacità di ripresa maturi.. Sei stato infatti capace di catturare piccoli dettagli apparentemente senza peso e di restituirli a noi osservatori in maniera sensibile ed emotivamente coinvolgente. Complimenti! 
  Monyca  [24 Agosto 2010 - 11:25]
Il bellissimo B/N che hai usato fa in modo che si venga rapiti da oggetti comuni... bravo' bravo'
  kruger  [23 Agosto 2010 - 18:26]
Un bel lavoro, con segni di una maturità fotografica non comuni. Hai saputo trarre belle foto dal niente, ovvero da particolari che altri occhi non vedono e non sentono. Complimenti.
  melisendo  [22 Agosto 2010 - 12:17]
Un piccolo "Viaggio intorno alla mia camera" pieno di suggestioni e di ricordi!
Quanti piedi hanno visto quelle scale consunte, il cotto spezzettato da un calpestio antico....e tante storie ormai dimenticate...



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