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Mostra

Luca Giannini - Seconda Terra

mostra di fotografia

26 Marzo 2009 - 4 Aprile 2009
Galleria MassenzioArte
via del Commercio 12 - Roma
orario: Lun –  sab 16.00-19.00, chiuso la domenica
info: 06.83601822 - massenzioarte@massenzioarte.it
www.massenzioarte.it
ingresso libero

tags: giannini, massenzioarte, roma, seconda, terra

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Quando Massimo Locci, nella sua visione critica sui contenuti  dell’arte, all’interno delle opere presentate dagli artisti selezionati  nell'11° premio massenzio, parla della capacità di alcuni di loro di  assemblare immagini e sollecitazioni preesistenti come di una metodologia atta ad interpretare e rivisitare con il linguaggio dell’arte gli interstizi che la storia lascia aperti, mi pare faccia un riferimento  specifico e calzante alla pittura ed alla ricerca di Luca Giannini.  Quel concetto di modernità come progetto incompiuto è infatti visibile in tutte le opere di Luca, come è del pari visibile una ossessiva e caparbia volontà di voler penetrare, attraverso l’arte, la formula unica dell’universo che la scienza contemporanea insegue, di  identificare il numero con il segno, o di rappresentare le infinite dimensioni del cosmo facendo ricorso alla simmetria ed all’equilibrio che la formula di Fidia, o la sequenza di Fibonacci  indicano presiedere ogni  manifestazione del visibile e dell’invisibile.  Luca tenta di dimostrare come  ogni punto impercettibile del suo lavoro sia equipotente al tutto. E pertanto infinito; La ricerca  dell’infinito attraverso  la bellezza, non è solo sperimentazione di un linguaggio, ma rappresenta, piuttosto, la palingenesi dell’unificazione fra scienza e arte, la bellezza figurata di una formula matematica, e quindi l’unificazione del logos stoico e del pathos della vita. Questo si ravvisa nella ricerca di Luca, una lettura dell’universo alla quale va tutto il mio sincero apprezzamento.                               
Alessandro  D’Ercole

mostra


Presentazione del progetto
Le opere presentate appartengono ai progetti “Ferro-56”, “Mater” e “Geografie di un Nuovo Mondo”.

Idrogeno elio berillio carbonio ossigeno neon magnesio silicio zolfo cloro calcio nichel, e ferro-56. La catena della vita va dal leggero al pesante. Fino all’elemento più stabile che si può creare nelle stelle più grandi attraverso una catena di reazioni nucleari esotermiche. Un elemento che è però profezia di morte, e nel contempo di vita dopo la morte. Sopraffatta dalla sua stessa gravità, la stella collasserà esplodendo come supernova, trovando in tal modo quell’energia mancante per creare gli elementi più pesanti, inseminando l’universo, la Terra e l’uomo.

L’uomo come frazione infinitesimale dell’universo, da esso stesso generato, è giunto ad averne coscienza, riuscendone a percepire l’immensità e la fragilità. L’arcaico culto della Dea Mater, simbolo della natura che dà e toglie la vita, era il suo tributo verso il Creato. In seguito le antiche tradizioni esoteriche e alchemiche tramandarono l’unità tra microcosmo e macrocosmo. I Figli di oggi hanno saputo indagare ogni cellula della loro Madre, ma ne hanno dimenticato il nome.

Ho voluto allora un metallo segnato, corroso, piegato, che racconti della chimica delle origini. Ed ho pensato ad immagini di terreno e di celeste, che, nella limitante pesantezza della materia, traducano l’appartenenza dell’uomo all’universo ed il suo eterno anelito a superare sé stesso alla ricerca delle nuove colonne d’Ercole.

Attualmente l’uomo sfrutta già il 50% di risorse in più rispetto alla naturale capacità di rigenerazione che il Pianeta può offrire, e nel 2050, se non viene sovvertito l’attuale modello di consumo, avrà idealmente bisogno di una Seconda Terra.

Una Seconda Terra come incombere di uno squilibrio, e contestualmente come pensiero progettuale di un nuovo equilibrio planetario, o forse di un viaggio. Le geografie di un nuovo mondo sono mappe da completare di un pianeta diverso alla ricerca di una sostenibilità tra uomo ed ecosistema. Sono coordinate di un viaggio di scoperta e di riscoperta ai limiti del conosciuto, che l’uomo da sempre ha intrapreso per superare sé stesso.


Note biografiche
Luca Giannini (Bologna, 1972) si forma artisticamente presso la libera Accademia di Roma RUFA - Rome University of Fine Arts, seguendo dal 2001 i corsi di pittura di Tullio de Franco, di tecniche dell’incisione di Maria Pina Bentivenga e di scultura di Davide Orlandi Dormino.

Tra il 2004 e il 2005 vive a Ragusa, nel Sud-Est della Sicilia, scoprendo il valore della luce e della materia negli artisti del gruppo di Scicli. Viaggia in Nord Africa e in India. Dopo il rientro a Roma, inizia la collaborazione con Little Van Gogh per allestimenti artistici presso Enti pubblici e privati di Roma.

Nel 2007 vince l'XI Premio Internazionale “Massenzio” e viene inserito in YoungBlood 2007 - Annual dei giovani talenti italiani premiati nel mondo - Iron editore. Partecipa a collettive di prestigio patrocinate dalla FAO, dal Ministero dei Beni Culturali, dal Comune di Roma e dal Museo di Chimica dell’Università “Sapienza” di Roma. Nel 2007 presenta la personale “Mater” curata da Andrea Romoli Barberini presso la RufArtGallery di Roma, e nel 2009 la personale “Seconda Terra” curata dall’Associazione Culturale Massenzio Arte presso il proprio spazio di via del Commercio a Roma.

Affascinato dal rapporto tra materia e simbolo, impronta il proprio percorso umano ed artistico sul recupero del valore segnico della realtà, sulla narrazione sintetica delle criticità ambientali, sulla ricerca dell’equilibrio tra corporeità e spiritualità. Vive ed opera a Roma.

Inaugurazione 26 marzo 2009 ore 18.00.



Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.




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