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Mostra

Benoît Pailley - Swimming blue

mostra di fotografia

21 Febbraio 2009 - 28 Marzo 2009
Galleria Furini Arte Contemporanea
Via Camillo di Cavour, 6 - Arezzo
orario: 10:13 / 15:30-19:30 tutti i giorni, chiuso la domenica
info: 0575 299678 - info@furiniartecontemporanea.it
www.furiniartecontemporanea.it
ingresso: libero

tags: arezzo, blu, furini, pailley

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In una perfetta giornata di sole un enorme telone incerato, posto a proteggere e occultare un edificio in costruzione, viene in parte scardinato dal suo supporto e sollevato dal vento. Un episodio di per sé abbastanza anonimo che potrebbe lasciare del tutto indifferenti, a parte la preoccupazione degli addetti ai lavori di dover nuovamente fissare la copertura. Per Benoît Pailley c’è invece qualcosa di più che un semplice imprevisto di cantiere, c’è un significato suggerito e metaforico, uno stato estetico che diviene allegoria di un’ipotesi esistenziale. L’artista francese decide così di cogliere l’attimo iniziando a fermare il movimento scattando foto dal basso verso l’alto e a registrarlo nel suo ondeggiare con una telecamera digitale. Il risultato è l’installazione Swimming blue, pensata appositamente per la galleria, dove una serie di immagini del telone, ognuna diversa dall’altra, accompagnano lo spettatore verso il cuore dell’esposizione, nella quale la staticità della ripresa fotografica lascia posto all’azione in due proiezioni video di diverso formato.

mostra


La coreografica danza, limitata dall’impossibilità di estendere il movimento a tutta la superficie della copertura, che in parte rimane vincolata all’edificio, assume nelle riprese di Pailley un forte valore concettuale. La pesante stoffa gonfiata dal vento, come la vela di una nave che non riesce a prendere il largo perché ancorata al porto, diventa traduzione di ogni tentativo di fuga da vincoli e imposizioni sia interiori che sociali; preda della forza incontrollabile degli agenti atmosferici, chiede all’osservatore di identificarsi nel suo struggente sforzo di liberazione in un cielo pacificato, di partecipare emotivamente del suo tentativo di evasione nell’immensità del blu. D’altra parte il lavoro porta a riflettere sul ruolo del telone, utilizzato per obnubilare e proteggere gli scheletri degli edifici urbani, fragili e informi. Le funzioni primarie di impermiabilizzare dagli agenti atmosferici e celare il contenuto alla ricerca di una privacy lavorativa, rivelano, con il loro fallimento, quanto fragili e indifese siano le strutture, anche quelle psicologiche, che si cercano inutilmente di salvaguardare servendosi di svariate sovrastrutture.

Già esposto come video all’interno della prima mostra personale di Pailley, presso il Flux Laboratory a Ginevra, Swimming blue riassume alcuni dei temi, sui quali l’artista si era già concentrato in precedenza. L’attrazione per i rivestimenti degli oggetti, le membrane protettive e le coperture isolanti, siano essi pesanti teloni cerati, ponteggi edili o leggerissimi vestiti, era già evidente nella serie Façades, ispirata dai lavori in corso che mutano costantemente la veduta delle strade di New York. Qui le impalcature addossate ai palazzi divenivano lo spunto per la riambientazione in studio di simili situazioni attraverso installazioni costituite da intrecci di grucce metaliche per abiti, che da una parte simulavano le griglie delle armature, mentre dall’altra fungevano da espositori per i capi di abbigliamento. Il grande telone protettivo richiama inoltre la stoffa, in quanto materiale plasmabile, leggero, volatile, adattabile a qualsiasi supporto e soprattutto simbolo di protezione, di copertura della nudità e di sicurezza. Ma la stoffa è anche la materia prima degli abiti, con cui Pailley continua a confrontarsi come fotografo, integrandoli all’interno di particolari scenografie e installazioni da lui stesso progettate, senza che questi siano mai indossati da modelli/e. Così Swimming blue riassume a suo modo una parte dell’immaginario dell’artista, che non esita ad affrontare nel suo lavoro i temi centrali dell’esistenza con originalità, delicatezza e molto disincanto.



Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.




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