Fotografia e Musica: strana coppia, all’apparenza senza connessioni. Eppure, questo binomio improbabile, è stato vissuto come principio creativo di questa mostra, con la complicità di Gianni Rodari e della sua idea di binomio fantastico.
Le fotografie sono state realizzate nell’estate 2007 a Pella (Lago d’Orta) da
Stefano Boschiroli,
Nicoletta Casoni,
Franco Castellari,
Marco Cipullo,
Giorgio Ghersani,
Patrizia Lanfranchi,
Nadia Marino,
Michelle Marrone,
Enrico Prada,
Stefano Rondina,
Paolo Valassi e
Cristiano Zizza in occasione della passata edizione della rassegna concertistica "
Armonie sul lago" organizzata dall'Associazione Ensemble "Isabella Leonarda" di Novara e curata, per la direzione artistica, dal Maestro Maurizio Schiavo.
Sette concerti e un balletto eseguiti nelle chiese del paese e nella piazzetta del lungolago, non lontano dai tavoli all’aperto di un ristorante e sotto l’insegna dell’Ufficio Postale. Fotografie di prove e concerti in luoghi dove suoni musicali si mescolavano a quelli vitali del paese e della stagione: chiacchiere, la risacca delle onde, il fruscio degli alberi, la sirena del vaporetto, un bagnante che torna a casa. In uno strano impasto di luci: riflettori, bagliori di tramonto, lampioni, riflessi di luna sul lago. Un contesto straniante, un’invenzione naturale: uno stimolo eccitante. E’ stato in uno di quei momenti, mentre l’orchestra suonava immersa nel ritmo delle cose, che improvvisamente sono riemerse le parole di Rodari (anche lui del Lago d’Orta, di Omegna, appena sopra Pella).
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Occorre una certa distanza tra due parole, occorre che l’una sia sufficientemente estranea all’altra, e il loro accostamento discretamente insolito, perché l’immaginazione sia costretta a mettersi in moto per istituire tra loro una parentela, per costruire un insieme (un binomio fantastico) in cui i due elementi estranei possono convivere".
Sono parole della Grammatica della fantasia, che hanno aperto la porta allo sguardo, per vedere le impronte sonore lasciate dalla musica: per vederle nell’aria, ma soprattutto in mezzo alle case, sul pelo dell’acqua, nelle navate, nei giardini, sulle panchine e dentro i portoni. O nello sguardo di chi ascolta. Parole per fotografare la musica. Per vederla come fosse vento, perché, come il vento, la musica è visibile solo nelle cose che avvolge e sulle quali si deposita. Una strana caccia visiva, in cerca di tracce impalpabili lasciate dai suoni di strumenti antichi, mischiati ai suoni della vita quotidiana.
Un archetto vibrante, un corpo che danza rivolto al lago; lo sforzo gonfio della guancia che soffia nel corno o le mani commosse che applaudono. I piedi delle ballerine illuminati da una luna artificiale; il ricciolo di un violoncello che assomiglia ad un orecchio.
Tracce, fotografie: piccole impronte (visive) che vivono in un loro tempo concentrato, minimo, ma sufficiente ad afferrare altre impronte (della musica) che vivono, invece, un tempo più vasto, dilatato.
Fotografia e Musica: strane impronte, all’apparenza senza connessioni, ma entrambe impegnate ad afferrare ciò che di effimero o di inafferrabile si nasconde nel tempo e nella vita. Fotografie e Musica: impronte d’aria, binomio fantastico.
Enrico Prada
Direttore Artistico di OltreFoto
Testo tratto dal comunicato stampa ufficiale.
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