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Mostra

Adi Nes - Deposizione

mostra di fotografia

13 Gennaio 2011 - 6 Marzo 2011
Museo Nazionale Alinari della Fotografia
Piazza Santa Maria Novella, 14 - Firenze
orario: 10-19 tutti i giorni, chiuso mercoledì
info: 055 216310 - mnaf@alinari.it
www.mnaf.it
ingresso: 9€ (intero), 7.50€ (ridotto) e comprende anche la visita al Museo

tags: adi nes, alinari, deposizione, firenze

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La Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia presenta l'opera di ADI NES, artista affermato nel panorama della fotografia contemporanea internazionale, rappresentata nella mostra "Deposizione". Un evento inserito nelle manifestazioni di Pitti Immagine Uomo 2011.

Presentata al Museum of the Croatian Academy of Science and Arts di Zagabria e in occasione dell'edizione 2010 di FotoGrafia-Festival internazionale di Roma, la mostra espone fotografie in grande formato ispirate all'iconografia cristiana dell'arte rinascimentale e barocca, tratte dalle principali serie realizzate dall'artista - nato a Kiryat Gat nel 1966 e diplomatosi nel Dipartimento di Fotografia della Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme nel 1992 - nel corso della sua ventennale attività: Soldiers/Soldati (1994-2000), Boys/Ragazzi (2000) e Biblical Stories/Storie della Bibbia (2003-2009).

mostra


Tra le opere un nuovo grande e provocatorio ritratto di un uomo, il cui volto, pieno di compassione, tristezza e grazia, richiama la figura del Cristo e ha ispirato il tema della mostra. Adi Nes, nel suo lavoro, indaga e riflette sulla realtà della condizione umana, concentrandosi sugli aspetti di sofferenza, di dolore e compassione che accomunano gli esseri, più che sulle differenze e sugli elementi di divisione.
Straordinariamente "costruite" e "messe in scena" in ambienti e luoghi reali, le immagini di Adi Nes raffigurano soggetti normali tratti dalla vita contemporanea del proprio Paese: soldati ripresi durante esercizi militari, giovani impegnati nella vita quotidiana di insediamenti in via di sviluppo, donne e bambini in drammatiche scene di strada.
Nessun elemento delle sue composizioni è però lasciato al caso e, nella studiata ricerca di modelli, costumi e accessori, come nell'uso sofisticato delle luci e nella audace teatralità delle pose, le fotografie di Nes sono lontane da effetti naturalistici, trasformando anzi la vita di tutti i giorni in un iperrealismo senza tempo, carico di simbolismo e sensualità.
Ispirate dalla mitologia e dalla storia dell'arte - storie e personaggi biblici, divinità e allegorie greche e romane, pitture di Leonardo, Rembrandt o Caravaggio, celebri icone della storia della fotografia, o fotografie storiche che documentano la storia di Israele -, le fotografie di Adi Nes permettono all'artista di cercare verità universali in un presente tormentato e pieno di conflitti. Attraverso le immagini cariche di violenza, cameratismo, desiderio ed intimità che legano i giovani israeliani nelle situazioni di promiscuità della vita militare o nei villaggi in via di sviluppo, l'artista si interroga ed esprime la propria critica concezione dell'esistenza e dell'identità israeliana. Attraverso il ricorso alle storie della Bibbia, propone un'immagine dell'attuale Stato di Israele, sollecitando un dibattito in profondità con la questione sociale e politica.
Gli eroi delle sue fotografie, quali eroi biblici raffigurati nei momenti più bassi della loro vita, sono persone della strada, vagabondi, senzatetto ai margini della società, senza scopo e senza futuro: Abramo è un barbone che trascina il figlio su un carrello di un supermercato; Elia, un vecchio homeless abbandonato su una panchina con tutti i suoi averi in un sacchetto di plastica; Hagar, una mendicante in un angolo di strada; Ruth e Naomi raccolgono cipolle da terra alla chiusura del mercato.

Adi Nes guarda così alle contraddizioni e alle drammaticità nelle quali è caduta la società israeliana in conseguenza della trasformazione da una società idealistica, utopistica, socialista ed egualitaria, a una società post-capitalistica e multiculturale, disomogenea e lacerata da profonde contraddizioni, che risaltano ormai in gruppi di minoranze divise da differenze economiche e sociali. In una sapiente combinazione di artificio e realtà, di allegoria e satira, di apparente normalità e tesa drammaticità, Nes suggerisce un'idea di Israele molto diversa da quella che i suoi fondatori volevano che fosse e, contemporaneamente, si rende consapevole delle analogie tra la propria vita e la propria ricerca di identificazione e l'odissea della propria giovane nazione nel contesto e attraverso la storia e la continuità della cultura universale.



Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.




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