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Mostra

Guido Harari - Fabrizio De André, sguardi randagi

mostra di fotografia

26 Settembre 2009 - 19 Gennaio 2010
Bipielle Arte
Via Polenghi Lombardo, 13 - Lodi
orario: 10-13 / 15-19 tutti i giorni, 10-13 / 15-20 sabato e domenica, chiuso lunedì
info: 0371 580351 - www.bipiellearte.it
ingresso: 6€ (intero), € (ridotto)

tags: bipielle, de andré, harari, lodi, randagi, sguardi

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mostra
Eccolo De André, in una storica immagine del 1997 in cui abbraccia Nanda Pivano, che definì il cantautore genovese “il più grande poeta italiano degli ultimi cinquant’anni del Novecento”; ed eccolo, in una discussa foto mentre dorme steso per terra, durante un tour (“col culo esposto al radiatore, si era assopito il cantautore…“ aveva chiosato lui stesso l’immagine, parafrasando l’incipit de Il pescatore) o, ancora, nella quotidianità delle sua casa milanese o nella sua tenuta dell’Agnata, in Sardegna, con Dori, o lì, sul palco, con le sue canzoni e la sua chitarra.

Il grande cantautore, di cui ricorre il decennale dalla scomparsa, rivive attraverso gli scatti di Guido Harari - uno dei più affermati fotografi di casa nostra - in una mostra emozionante in programma a Lodi – dal 26 settembre 2009 al 19 gennaio 2010 - nello spazio espositivo Bipielle Arte, che inaugura così la nuova gestione affidata a Villaggio Globale International.

De André e Harari insieme, dunque, in Sguardi randagi, la prima esposizione - promossa dal Banco Popolare di Lodi con il Patrocinio della Fondazione Fabrizio De Andrè Onlus - dedicata alle celebrate immagini realizzate dal fotografo e giornalista che per vent’anni ha seguito da vicino, più di chiunque altro, il poeta e cantautore.

Harari, che nel 1979 firmò la copertina dei leggendari dischi registrati da De André con la PFM durante una tournée passata alla storia, è stato più volte chiamato dall’artista a collaborare insieme, soprattutto per gli ultimi due dischi Le nuvole e Anime salve.
Quel rapporto di stima e di amicizia, proseguito, dopo la sua scomparsa, con la Fondazione Fabrizio De André Onlus, di cui Harari è uno dei soci fondatori, ha prodotto diversi progetti di alto profilo, tra cui una fortunatissima serie di libri come E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Una goccia di splendore, sorta di autobiografia per parole e immagini (Rizzoli, 2007) e Evaporati in una nuvola rock, diario della tournée con PFM (Chiarelettere, 2008).

Sguardi randagi presenta più di 80 pannelli con immagini piene, sequenze e provini fotografici, molti dei quali assolutamente inediti o esposti per la prima volta, in un caleidoscopio prospettico che ha poco delle convenzionali esposizioni fotografiche.

La mostra si articola attorno ad alcuni nuclei tematici. Innanzitutto, la tournée di De André con PFM che segnò una svolta epocale per l’artista. All’epoca De André aveva scelto di non cantare più, sentendosi inaridito e anacronistico, e di dedicarsi invece a tempo pieno alla sua tenuta agricola in Sardegna, all’Agnata. La sfida di reinventare le sue canzoni più famose, vestendole di nuovi arrangiamenti affidati alla PFM, fu vinta nell’arco di pochi concerti che trasformarono il pigro e timido cantautore in un autentico animale da palcoscenico. Quel tour fu la scintilla che lo proiettò in breve verso sperimentazioni senza precedenti, come quelle di Creuza de ma.
Il reportage crudo e ficcante, in bianco e nero, di Harari ce lo restituisce sorprendentemente senza filtri o mediazioni, per la prima volta autentico poeta della strada e singolare frontman di una vera tribù viaggiante.

La sezione dedicata al periodo del disco Le nuvole vede De André ritratto nell’atmosfera bucolica della tenuta dell’Agnata e colto dal vivo con Mauro Pagani e una band di formidabili musicisti.
Quella dedicata invece al periodo di Anime salve, la più varia della mostra, coglie De André una volta di più all’Agnata, ma anche nell’intimità della sua casa milanese. Naturalmente non mancano ricercate immagini delle ultime indimenticabili tournées in cui l’artista per la prima volta fu affiancato in scena dalla moglie Dori e dai figli Cristiano e Luvi.

Le immagini dal vivo sono strutturate in specifiche sezioni di passaggio tra un periodo e l’altro. Il tutto scandito dalla viva voce di De André attraverso virgolettati estrapolati da interviste e appunti personali, a suo tempo selezionati da Harari per il libro da lui curato, Fabrizio De André. Una goccia di splendore. A questo proposito, oltre alle immagini, la mostra propone anche, per la prima volta, la versione integrale del manoscritto della lunga e intensa intervista con De André, che Harari realizzò nel 1990 per il mensile “King”. Un’intervista particolarmente centrata sul disco Le nuvole, che segnò il ritorno del cantautore a una vena più fortemente politicizzata, i cui contenuti rimangono ancor oggi di bruciante attualità.



Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.




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