La mostra costituisce un importante contributo alla conoscenza e alla promozione nel nostro paese di un protagonista dell’arte contemporanea internazionale.
Victor Burgin, artista e raffinato teorico dell'immagine, ferma e in movimento, è nato a Sheffield, in Inghilterra, nel 1941. Si impone sulla scena dell’arte internazionale sul finire degli anni '60, come uno dei padri dell'Arte Concettuale, lavorando sia col mezzo fotografico sia con l'immagine in movimento dei suoi film. Il suo lavoro trae ispirazione e influenze da grandi pensatori e filosofi come Karl Marx, Sigmund Freud, Michael Foucalt e Roland Barthes.
Victor Burgin ha sempre portato avanti in modo parallelo la pratica artistica e la riflessione teorica. Anche quando, intorno al 1990, ha affiancato al linguaggio fotografico tradizionale quello digitale del video, ha continuato ad alimentare il dibattito teorico sull’immagine grazie ad una puntuale esplorazione delle nuove tecnologie audiovisive e a una costante e attenta riflessione sull’evoluzione della società mediatica.
Nella sua produzione artistica Burgin utilizza elementi provenienti da campi esperienziali differenti: dalla pubblicità al giornalismo, dall’arte alla psicoanalisi, dalla moda ai magazine. Ciò conferisce al suo lavoro la forma di una riflessione metalinguistica, cioè dedicata all’indagine dei linguaggi, in cui immagini e testi si rincorrono e si respingono e in cui il rigore concettuale non offusca mai l’originalità formale.
Il concetto di rappresentazione è uno dei fili conduttori della sua produzione: è attraverso essa che l’individuo costruisce la propria soggettività ed è sempre attraverso essa che l’intera società prende forma e si riproduce. E’ questo il motivo che porta Burgin a sottolineare l’importanza del concetto di “responsabilità dell’artista”.
La mostra propone una importante ricerca fotografica degli anni 80 di Burgin,
Tales from Freud (comprendente le serie
In Lyon, 1980,
In Grenoble, 1981,
Gradiva, 1982,
Portia, 1982) e il video realizzato in occasione di questa mostra,
Alle otto, solito posto, che, ispirato alla sequenza finale del film
L’eclisse di Michelangelo Antonioni, combina immagini girate a Venezia, nella zona periferica di San Basilio, con impressioni raccolte durante una visita a Milano, nell’area del Monte Stella.
inaugurazione mostra
10 maggio 2008 ore 18.00
L'inaugurazione è preceduta da una conversazione con l'artista, ore 16.30
a cura di
Filippo Maggia
Testo tratto dal comunicato stampa ufficiale.
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