Mostra

IL LUOGO: Nel cuore della vecchia Napoli, la basilica di Santa Maria Maggiore fu la prima chiesa napoletana affidata ai chierici regolari minori-caracciolini ai tempi di San Francesco Caracciolo. A quel tempo ne era abate Fabrizio Caracciolo, consanguineo del santo, uno dei tre fondatori dell'Ordine insieme a Francesco Caracciolo e al genovese Agostino Adorno. Rimase all'Ordine fino alle soppressioni napoleoniche.

LA VISITA: Un "tappeto fotografico" e un filmato permettono al visitatore di prendere contatto con i 28 chilometri che san Francesco Caracciolo percorse nel suo ultimo viaggio a piedi da Villa Santa Maria ad Agnone, dove si ammalò e morì il 4 giugno 1608. Inizia poi il percorso fotografico in bianco e nero immaginato da Luigi Spina e realizzato in quasi un anno di appassionato lavoro: si passa dagli spazi monumentali di Napoli e Roma a quelli più intimi di Villa Santa Maria e di Agnone, attraverso i commoventi paesaggi che lo stesso San Francesco Caracciolo percorse sovente nei suoi viaggi fra Roma e Napoli. Il percorso si chiude con le toccanti immagini frammentate del simulacro di San Francesco Caracciolo, conservato nella chiesa di Santa Maria a Monteverginella. Eccheggiano nel silenzio le ultime parole del Santo: "Andiamo, andiamo...al cielo, al cielo".

INFO: Presso l'infopoint è possibile ricevere informazioni sull'ordine dei Chierici Regolari minori, fondato da San Francesco Caracciolo: i Chierici Regolari Minori, detti Padri Caracciolini. Un dvd "L'uomo di bronzo" rievoca in maniera suggestiva il carisma del santo e dei suoi figli spirituali: l'amore per Gesù attraverso il servizio agli ultimi. 

La visita alla mostra si lega naturalmente a quella della cappella del Tesoro di San Gennaro, dove è conservata una splendida statua argentea del Santo, e al museo del Pio Monte della Misericordia, che illustra l'atmosfera religiosa dei tempi in cui visse San Francesco.

E' possibile organizzare visite private per gruppi, associazioni culturali (contatto: Padre Pierpaolo Ottone 081 7541143).

a cura di

Francesca Amirante

progetto di

Claudio Calabritto