
![]() UNISCITI subito alla nostra community. E' gratis e riceverai la nostra newsletter! |















![]() Aggiungi alla tua homepage di Google uno dei nostri GADGETS |



![]() Uno spazio aperto per parlare di tutto quello che si vuole, non necessariamente legato alla fotografia. |
![]() ![]() |
![]() |
![]() ![]() |
[10 Dicembre 2011 - 12:59] letto 943 volte |
![]() |
Di questi tempi, anche per merito (o a causa) dei social network come facebook, si assiste ad una gran protesta per far pagare ai beni della Chiesa la tanto odiata tassa sugli immobili, la vecchia ICI, che adesso si chiamerà IMU. Prima di protestare e lamentarsi del perchè la Chiesa non paga l'Ici conviene informarsi. E sopratutto sapere che la storia che circolava sugli hotel di lusso di proprietà della Chiesa che non pagano la tassa, è una bufala. Non dico che non sia giusto lamentarsi e protestare quando qualcosa non va, ma conviene sempre prima informarsi e non lasciare che il qualunquismo o il pressappochismo (ho sempre voluto usare questa parola :-) si sostituisca al senso critico. Invito dunque a leggere questo interessante approfondimento: "Quindi non è vero che per gli alberghi la Chiesa non paga l’ICI, la paga perché quell’attività non rientra nelle attività specificate dalla legge. E non è vero che basta una piccola cappella all’interno di un hotel di proprietà di religiosi per rendere l’intero immobile esente dall’ICI, come trucchetto per rientrare in ogni caso nella clausola dell’attività di natura “non esclusivamente commerciale”. Trucchetto che comunque non reggerebbe visto che per ottenere l’esenzione l’intero immobile deve essere destinato a una delle attività indicate e considerato che l’attività alberghiera non è tra queste, l’intero immobile, cappellina inclusa, dovrebbe essere assoggettato all’imposta." Se si fa pagare anche la Chiesa, allora faremo pagare anche la Caritas e le sue mense per i poveri, così come tutte quelle organizzazioni che lavorano nel sociale e che hanno regimi fiscali protetti. |
|
![]() |
![]() ![]() |
[10 Dicembre 2011 - 13:01] letto 941 volte |
![]() |
Il titolo del post è tratto dal blog del mio amico e collega Luca, che riporta un sunto commentato sull'articolo che ho riportato. |
|
![]() |
![]() ![]() |
[15 Dicembre 2011 - 01:30] letto 928 volte |
![]() |
Il problema secondo me è che su questo argomento è difficile informarsi perchè non ci sono i dati per farlo. Il problema principale è la mancanza di TRASPARENZA! Se il vaticano pubblicasse un elenco delle attività, dell'uso che fa dei più 10mila testamenti in suo favore ogni anno, dell'uso che fa dell'8x1000, dell'entità delle proprietà immobiliari sul territorio italiano, ecc... sono sicuro che ci sarebbero meno dibattiti su questo argomento. Consiglio di consultare questo sito per farsi un'idea del giro di denaro in corso http://www.icostidellachiesa.it/ (dove sono indicati i riferimenti), non perchè sia sbagliato di per sè ma per far capire quanto sia importante la necessità di trasparenza, soprattutto per correttezza nei confronti di quelle persone che donano i loro soldi alla Chiesa credendo che vadano alla parrocchia sotto casa che aiuta i poveri. |
|
![]() |
![]() ![]() |
[15 Dicembre 2011 - 15:27] letto 921 volte |
![]() |
mentre sono totalmente d'accordo con Sandro sulla necessità di informarsi prima di lanciare/aderire a forme di protesta a testa bassa. Nel caso in particolare però aggiungo a quanto detto da ennekappa, che il problema, specialmente in merito all'ICI è ll'ambiguita della legge stessa che regola la questione. Citando Facci, non certo il mio giornalista preferito per area di appartenenza, ma certo uno che non ha peli sulla lingua nè un disinformato: "Non è – per fare un solo esempio – che ci sono alberghi con scritto «confraternita» e che dentro sono il Ritz; è che ci sono alberghi religiosi che accolgono «anche» una stra-maggioranza di turisti e che ci marciano; non sono esercizi commerciali che si travestono da enti religiosi, sono enti religiosi che fingono di non essere sostanzialmente commerciali." |
|
![]() |
![]() ![]() |
[15 Dicembre 2011 - 16:42] letto 914 volte |
![]() |
Non badate troppo la durezza del titolo :-) Era una citazione dal blog, ma l'ho scelto per attirare l'attenzione sull'argomento. L'articolo del link che ho messo, è molto lungo sì, ma è davvero interessante e preciso nei riferimenti. L'ho messo perché la mia bacheca di facebook è piena di frasi di condanna e insulti alla Chiesa da parte di persone che scrivono senza conoscere come stanno le cose. E molti giornali son già partiti in campagne di una superficialità micidiale, invece di dedicarsi ad approfondire l'argomento. Lele, anche io leggo Facci, sebbene spesso mi trovo in disaccordo con lui, ma almeno lui esprime opinioni fuori dal coro, dunque interessanti. I casi che elenca sono però edifici già soggetti ad ICI (o IMU), quindi non dovrebbero rientrare nel dibattito. Qui si sta parlando di far pagare l'Ici anche a edifici con destinazioni d'uso dall'indiscutibile valore sociale e umanitario. Il problema infatti non è stato ancora risolto perché è complesso, in questa tipologia d'uso ci rientrano numerose associazioni laiche, che operano con dedizione sul territorio e hanno una grandissima importanza sociale, sopratutto in tempi di crisi. Per questo bisogna andarci piano con le battaglie ideologiche e le criminalizzazioni. La politica non è colpevole, almeno in questo, secondo me, semmai negli ultimi anni ha dimostrato poca capacità e competenza nel trattare una materia così complessa e anche nel comunicare come stanno veramente le cose. Va anche detto che ha ragione Nicola perché ci vorrebbe più trasparenza, perché in mancanza di essa possono sorgere sospetti da parte dei più maliziosi o lamentoni. Va però detto che l'Agenzia delle Entrate dovrebbe conoscere piuttosto bene la materia e l'elenco di tutti i beni tassabili, o almeno si spera! ;-) |
|
![]() |
![]() ![]() |
[15 Dicembre 2011 - 16:58] letto 909 volte |
![]() |
Sono d'accordo su tutto quanto dici tuttavia per la chiesa è diverso. Il comma 4 dell'articolo 149 del Testo unico delle imposte sui redditi, permettte alla Chiesa di applicare ai propri immobili la qualifica di ente non commerciale o non esclusivamente commerciale e questo solo per gli enti ecclesiastici non per i laici. Per questo motivo esistono degli alberghi di proprietà della Chiesa che non pagano l'ici, mentre risulta ovviamente ragionevole che delle esenzioni ci debbano essere nei casi di immobili destinati ad usi esclusivamente "sociali" sia che siano di proprietà di privati, dello stato, di associazioni o della chiesa. In ogni caso non è proprio facile in particolare su questo argomento informarsi nella maniera corretta e sì concordo con nk in pieno sulla necessità di trasparenza, quindi magari è facile che abbia capito male io il testo. Art. 149.Perdita della qualifica di ente non commerciale1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l`ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo d`imposta.2. Ai fini della qualificazione commerciale dell`ente si tiene conto anche dei seguenti parametri:a) prevalenza delle immobilizzazioni relative all`attività commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attività;b) prevalenza dei ricavi derivanti da attività commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attività istituzionali;c) prevalenza dei redditi derivanti da attività commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalità e le quote associative;d) prevalenza delle componenti negative inerenti all`attività commerciale rispetto alle restanti spese.3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo d`imposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta l`obbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dell`ente nell`inventario di cui all`articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. L`iscrizione nell`inventario deve essere effettuata entro sessanta giorni dall`inizio del periodo d`imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689.4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili ed alle associazioni sportive dilettantistiche. |
|
![]() |
![]() ![]() |
[15 Dicembre 2011 - 17:48] letto 901 volte |
![]() |
Ad essere sinceri non ho mai sentito dire che la Chiesa debba pagare l'ICI sulle chiese e sulle mense della caritas. Entrambi svolgono servizi dove lo stato è carente (assistenza psicologica e aiuto ai poveri) quindi è giusto che siano esenti. Qui secondo me il problema sta diventando un altro: il mettere in discussione la chiesa e farsi delle domande su di essa. è questo che fa paura a certe categorie, clero in primis. Già il solo fatto che si sta facendo luce sulla questione ICI che stanno venendo fuori case per pellegrini usate come alberghi comincia ad incrinare il rapporto di fiducia tra clero e credente. Prima veniva salvaguardato dal segreto (vedi vicenda pedofilia), ora i riflettori si sono accesi sull'ICI ma sarà facile che illuminino anche qualcos'altro tra tutte le immondizie che hanno sepolto sotto il tappeto (vedi San Raffaele). Ricordiamoci sempre che le religioni sono basate sulla fiducia. Sul fatto che ci fidiamo di quello che dice o che scrive una persona che è stata a contatto con la divinità... Secondo me tutta la questione è una bomba ad orologeria e in più c'è la crisi che accelera le cose. Io intanto resto seduto sulla riva del fiume :) |
nome *: | |
testo *: | |
Al testo si può allegare un'immagine e un filmato (operazione permessa solo agli utenti registrati). | |
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti. Registrati subito! |
![]() |
portale di cultura fotografica, concorsi online, mostre, reportage, portfolio articoli, libri, forum e community. Per divertirsi e imparare con la fotografia. |
progetto, design e codice di Sandro Rafanelli in redazione: Simone Scortecci, Marco Sanna, Jacopo Salvi e Alessandro Garda | |
l'approfondimento fotografico è su BecauseTheLight - becausethelight.blogspot.com | |
per info: info@photocompetition.it - [ termini di servizio ] - [ privacy ] - [ diventa socio ] |