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Storie di "Mama Tierra"

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  melisendo  [10 Dicembre 2010 - 15:51] letto 669 volte
Oggi ho letto su L’Unità una notizia che mi ha aperto il cuore: in Bolivia il 7 dicembre è stata approvata “la legge che tutela i diritti di Madre Terra”, dove la Terra viene definita come “Il sistema vivente dinamico costituito dalle comunità indivisibili di tutti i sistemi di vita e dagli esseri viventi, interdipendenti e complementari che condividono un destino comune”.
Seguono tre capitoli e dieci articoli che danno corpo ad un rapporto armonico tra l’Uomo e la Terra.

Andando in giro per la cordigliera andina in Perù, in Cile, in Bolivia, tante volte mi è capitato di trovarmi in comunità Quechua o Aymarà, o meticce, e sentire quanto è profondo il loro sentimento di amore e di rispetto per la “Mama Tierra”, la Madre Terra che è la loro prima fonte di vita.

Nel reportage “Chile Norte – Gli altopiani” una mia foto mostra una cerimonia propiziatoria e di ringraziamento per Mama Tierra (o Pachamama dei Quechua).

Allo stesso tempo, proprio in questi giorni mio figlio Pietro sta andando a piedi (e in tenda) da Roma a Lucca per seguire un Workshop sulla fotografia e dai suoi racconti telefonici emerge una realtà disarmante: in Italia non esiste una Mama Tierra dove il viandante possa liberamente andare a piedi da una località all’altra: tutto è cintato, tutto è privato, tutto è vietato, le tenute sono circondate da telecamere e guardie armate, i canali non hanno ponti o passerelle per essere attraversati, la gente ti guarda con sospetto e solo in seconda battuta ti risponde, ecc. ecc.

Da questo andare nascerà forse un documento, un racconto fotografico che tuttavia non cambierà la realtà delle cose.

E’ questo il frutto della nostra “civiltà” ultramillenaria? Questa è la nostra concezione della “Madre Terra”? E’ questa la "Madre Terra" che vogliamo? 
  SAndro  [10 Dicembre 2010 - 16:06] letto 667 volte
Metto qui il link al reportage cui ti riferisci:

La foto è la 4°.

Che dire Antonio, è una bellissima notizia, direi straordinaria.
Ma sopratutto mi interessa molto l'esperienza di Pietro. Ho dovuto rileggere quello che avevi scritto perché non ci credevo, penso che solo voi sardi abbiate mantenuto un rapporto con la terra così stretto e onesto da poter affrontare un tema difficile come quello del paesaggio.

E' molto interessante quello che sta facendo Pietro, aggiornaci delle sue "scoperte". E' un argomento che mi appassiona e una riflessione su tutti questi stravolgimenti del nostro territorio sarebbe necessaria.
  Sanminiato77  [10 Dicembre 2010 - 17:26] letto 657 volte
Caro Antonio, purtroppo tocchi un tema dolentissimo.. E' davvero triste vedere come l'uomo cannibalizzi il pianeta proprio come un vero parassita, in fondo solo per sete di denaro e di potere. Tutto questo si sta già rivoltando contro il genere umano.. e lo farà sempre di più.. Mama Tierra, non certo per sua malignità ma per semplice causa-effetto, ci presenterà  dei conti sempre più salati.. Del resto l'uomo raccoglierà ciò che ha seminato.
Mi sconvolge poi pensare alla delinquenza organizzata e le tante industrie loro complici che in Italia e nel mondo seppelliscono clandestinamente nel ventre della terra rifiuti altamente tossici.. vicino a corsi d'acqua e campi coltivati.. senza considerare il fatto che quel veleno molto presto raggiungerà anche loro, i loro figli e che resterà "in circolo" per tempi incalcolabili a danno delle future generazioni..
Quando vedo certe inchieste giornalistiche mi sento davvero male.. La follia e insensatezza dell'uomo non conosce limiti.
La tua foto della cerimonia di ringraziamento per Mama Tierra mostra il grande patrimonio umano che noi occidentali abbiamo perso per strada, illusoriamente convinti di essere davvero più civili di mondi terzi e quarti.. che non avranno certo l'I-phone o l'adsl, ma ciò nonostante NON  hanno fatto il grave errore di dimenticare da dove essi provengono e dell'importanza fondamentale dell'ambiente che ci circonda per la sopravvivenza umana. 
  kruger  [10 Dicembre 2010 - 18:03] letto 654 volte
Non solo recinzioni e discariche abusive e tossiche sui territori della cosidetta  civiltà occidente ,che invero oggi comprende anche gli emergenti asiatici, ma anche e sopratutto i paesi africani che in teoria non dovrebbero avere di questoi problemi. Stanno diventando invece la pattumiera del mondo e si fa finta di non saperlo. In Mozambico multinazionali Australiane costruiscono stabilimenti che stravolgono ed inquinano centinaia di km.di costa, (silicio e materiali rari) ,solo perchè sul suolo patrio sarebbe impossibile inquinare in quel modo. Alla periferia di Maputo sono sepolti abusivamente materiali altamente tossici... e così via...Ed il cancro aumenta.
  Rosa  [10 Dicembre 2010 - 18:36] letto 646 volte
Solo due parole: è vergognoso!
Vi consiglio la visione di questo video : la storia delle cose.


http://video.google.com/videoplay?docid=-2138416794381091301#
  melisendo  [11 Dicembre 2010 - 10:49] letto 623 volte
Ma queste popolazioni non sono fuori dal mondo!
Anche in ogni più piccolo villaggio della cordigliera, dal Perù alla Terra del fuoco ci sono internet-point quanti se ne vuole, come pure nei B&B, negli hotel, negli hostal, e tutti rigorosamente con l'wi-fi. E nota bene, negli internet-point pubblici non devi presentare un documento ed essere registrato come avviene nella nostra libera e civilissima Italia.
Forse pochi avranno l'I.phone, ma i cellulari sono diffusissimi e dappertutto c'è l'adsl.
Questo per dire che le cose utili dell'attuale sono ben conosciute ed usate, ma allo stesso tempo non hanno perso il senso della loro appartenenza alla Madre Terra e la loro comunione con essa.

I Mapuce del sud del Cile e dell'Argentina si battono ancora oggi perchè i loro territori non siano di uso esclusivo delle multinazionali, tra cui nelle prevaricazioni primeggiano i nostri Benetton!
  SAndro  [15 Dicembre 2010 - 15:15] letto 585 volte
Visto il video!
Grazie Rosa, è molto interessante.

Da parte mia posso dire che mi sto impegnando moltissimo per contribuire alla diminuzione dell'inquinamento e ad un livello di vita più equo.

Ho venduto la macchina, adesso infatti vivo senza auto, uso solamente la bici per spostarmi e i mezzi pubblici. Vi assicuro che si sta benissimo, mi tengo in forma tutti i giorni pedalando fino al lavoro, non spendo niente (benzina, riparazioni, assicurazione, bollo...), non ho problemi di parcheggio, metto la bici dove voglio e ho certezza di arrivare in orario.

Inoltre differenzio tutta la spazzatura e cerco di comprare solo cose utili, le inutilità le comincio sempre più a vedere solo come "inquinamento". Non ho l'aria condizionata, non tengo il riscaldamento di casa a temperature tropicali anche a dicembre.
Questo si traduce in un notevole risparmio economico, mi posso permettere di investire in cultura, libri, cinema, teatro senza intaccare il bilancio familiare.
Inoltre cerco di comprare, ma qui ci sto ancora lavorando, solo prodotti della zona, piano piano mi orienterò solo su prodotti dei mercati rionali, dato che sono più comodi da raggiungere, la roba è fresca, i prezzi davvero bassi e prodotta da agricoltori delle vicinanze (il massimo sarebbe fare la spesa ai gruppi GAS, ma ancora non ci son arrivato).

Piano piano anche altri si stanno spostando su questa strada... piano piano... questo diventerà un modello di vita più sostenibile e anche più felice.
  Rosa  [16 Dicembre 2010 - 03:07] letto 576 volte
Bravissimo Sandro!
Credo che in un mondo governato da multinazionali senza scrupolo l'unica soluzione possibile sia l'auto-regolazione. Quando da pochi diventeremo tanti, saranno costretti ad attuare un cambiamento......spero solo che questa civilizzazione arrivi prima dell'autoannientamento!!!!!!!



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